Catastrofe siccità , le lacrime di coccodrillo non servirano a riempire i fiumi e i laghi, con un inverno praticamente senza pioggia chiunque avrebbe capito che l’estate sarebbe stata drammatica e siamo solo all’inizio, figuriamoci cosa ci aspetta… Senza acqua non si vive, non crescono le piante ovvero il cibo che mangiamo. Senza acqua non ci si lava e innumerevoli produzioni si fermano.
L’emergenza sanitaria distoglie l’attenzione
Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio su quale sia l’unica emergenza sanitaria alla quale sono interessate multinazionali e governi, la tremenda siccità a cui stiamo assistendo ce li toglie del tutto. Per oltre due anni non abbiamo sentito parlare altro che di covid e ci è stato detto che ci venivano tolti anche diritti e libertà per la nostra salute e per il nostro bene.
Tralasciamo il fatto che spolpare la sanità pubblica, come è stato fatto sistematicamente per anni, è l’esatto contrario della preoccupazione per la nostra salute; e proviamo a pensare a tutta quella serie di altre minacce per la nostra salute per le quali non si è mosso un dito. Allora la credibilità dei “tutelatori della salute”, che strepitano e si attivano massicciamente solo quando si tratta di covid, si azzera del tutto.
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Perché pochi parlano di “catastrofe siccità”?
Uno dei tantissimi esempi di ciò per cui nulla si è fatto per la nostra salute è rappresentato dalla pericolosa situazione degli allevamenti intensivi, che i “tutelatori della salute” non hanno mai messo in discussione; e già solo questo fa capire come stanno le cose.
In fatto di emergenze sanitarie, da sempre tratto di quella idrica come tale e ho dato più e più volte l’allarme; (puoi leggere qui e qui i miei precedenti articoli ) del resto, con un inverno praticamente senza pioggia chiunque avrebbe capito che l’estate sarebbe stata drammatica e siamo solo all’inizio, figuriamoci cosa ci aspetta… Chiunque lo capirebbe, tranne chi agisce solo per il profitto e la tutela del potere e, di conseguenza, della salute gli interessa zero.
Perchè non si sono costituite le task force di emergenza?
Le famose cabine di regia con un pool di espertissimi?
Dove sono i dpcm?
Dove sono da mesi le riunioni di urgenza del governo per essere pronti a fronteggiare la situazione?
Dove sono gli appelli e le indicazioni costanti da ogni televisione, giornale o canale informativo?
Dove sono i soldi stanziati per chi fa informazione sull’emergenza idrica?
Dove sono i manifesti e gli adesivi messi in ogni negozio, in ogni ufficio, in ogni stazione, aeroporto, imbarco, luogo pubblico, stadio, palasport, piscina, condominio, ristorante, bar, supermercato, ecc. che danno tutte le informazioni per risparmiare acqua?
E con tanto di multe salatissime per i trasgressori.
Niente di tutto questo; che tra l’altro doveva essere fatto mesi e mesi fa, per non dire anni.
La catastrofe siccità non è contemplata.
Covid si, Acqua no
Quindi non solo non si è mai agito in questo senso ma nemmeno lo si fa ora.
Magari chi di dovere non è informato, non lo sa o non ha studiato abbastanza per saperlo ma senza acqua non si vive, non crescono le piante ovvero il cibo che mangiamo e che mangiano gli animali che purtroppo ancora si mangiano. Senza acqua non ci si lava e innumerevoli produzioni si fermano. Quindi non solo non si vive ma si va incontro a una catastrofe sanitaria senza precedenti. Stranissimo che non ci si attivi all’unisono; eppure nel periodo covid abbiamo avuto una mobilitazione impressionante, capillare, pervasiva che è arrivata ovunque e ha coinvolto chiunque. E tanti italiani, seppur terrorizzati abbondantemente, sono diventati ligi come mai successo nella storia, applicando le varie direttive che arrivavano dai “tutelatori della salute”.
Un’applicazione e mobilitazione come a rigor di logica dovrebbe esserci per la catastrofica emergenza ambientale e idrica nello specifico. Eppure nulla di tutto ciò succede; al massimo ci dicono che inizieranno i razionamenti e si prega per l’arrivo della pioggia.
Allora significa che non si è in grado di affrontare nessuna vera emergenza sanitaria che non sia legata alla gestione del potere e al profitto di questo o quel potentato o multinazionale. Gli apprendisti stregoni pensano di poter distruggere la natura, inquinare, fare aumentare le temperature del pianeta artificialmente, fare qualsiasi gesto contrario alla vita stessa e poter lo stesso gestirne le conseguenze; ma non fanno i conti con qualcosa che è infinitamente più grande e intelligente di loro.
Mobilitiamoci da soli
Non rimane che mobilitarci da soli sperando che magari chi di dovere, almeno per evitare rivolte, prenda l’esempio e si attivi a sua volta; ma non illudiamoci troppo.
Quindi bisogna fare informazione e formazione capillare e puntuale dei cittadini. Poi intervenire a tappeto su ogni spreco, installare riduttori di flusso ovunque nelle rubinetterie e docce, realizzare impianti di fitodepurazione con riutilizzo delle acque depurate, impianti di recupero e riuso dell’acqua piovana (proprio perché piove sempre meno, quella poca acqua che arriva, va recuperata il più possibile), utilizzo di bagni a secco o compost toilet.
In agricoltura ampio ricorso a orti elementari, auto irriganti, sistemi di food forest e irrigazione a risparmio. Ancora oggi si vedono azionati getti di acqua impressionanti per irrigare i campi in pieno giorno con temperature di oltre trenta gradi e condutture idriche che hanno perdite di oltre il 40%. Ma guarda caso nessuno, fra i tanti che si inferocivano per una mascherina leggermente fuori posto, dice nulla di queste enormità. Tali provvedimenti non solo tutelerebbero la nostra vita e salute ma darebbero lavoro a centinaia di migliaia di persone
E che dire poi dei cambiamenti climatici e della scienza e degli scienziati che ci dicono da anni che come Italia siamo a rischio desertificazione? Si è mai visto agire qualcuno dopo questi chiari ammonimenti della scienza? Davvero singolare che la scienza si tiri in ballo, la si sacralizzi e la si usi solo per alcuni aspetti e per altri no. Anche in questo caso viene il sospetto che la scienza valga solo quando deve sostenere determinati profitti.
Paolo Ermani_C’è anche un altro modo