Nei giorni scorsi per caso mi sono imbattuto nella storia di questo signore sardo di nome Ovidio Marras. E’ un contadino che da anni combatte una battaglia contro i cementificatori e da solo ha fermato l’ennesima speculazione edilizia in Sardegna. Una storia che fa riflettere e molto.
Leggi tuttoNei giorni scorsi per caso mi sono imbattuto nella storia di questo signore sardo di nome Ovidio Marras. E’ un contadino che da anni combatte una battaglia contro i cementificatori e da solo ha fermato l’ennesima speculazione edilizia in Sardegna; ma non si stratta di aver bloccato una villetta, bensì un diluvio di cemento capitanato dai colossi del settore che con la loro potenza di fuoco monetaria, politica e mediatica fanno letteralmente i loro comodi ovunque e comunque.
La storia ha dell’incredibile ed è una conferma che se si vuole si può fare e anche una persona da sola può raggiungere risultati impensabili. Una volta saputa la lotta del contadino contro i giganti del potere, alcuni media hanno riportato la sua battaglia e ci sono un paio di video in merito. Nelle interviste che gli fanno Ovidio parla rigorosamente in sardo e se ne frega di non essere capito, difatti lo devono tradurre, come a dire: io sono fiero della mia cultura e della mia lingua.
Cosa notevole questa, per una cultura e un dialetto che proprio i media deridono e fanno diventare macchietta; altro che macchietta è Ovidio, con la sua dignità eroica.
Gli intervistatori gli chiedono poi perché ha rifiutato tutti i soldi che gli avrebbero dato i cementificatori e si parla di milioni di euro, se avesse mollato pure la sua proprietà o comunque non li avesse intralciati con la sue cause.
Le sue risposte sono memorabili, da metterle nella Costituzione: “A me denaro non me ne serve, anche se mi danno 700 milioni, io non vendo. La terra resta, i soldi anche se non hanno le ali, volano”.
Andatelo a dire ai nostri politici che per molto, molto meno svenderebbero tutto l’albero genealogico e che hanno svenduto l’intero paese, devastato da nord a sud. Andatelo a dire a quelli che volevano cambiare tutto e, appena entrati nei palazzi di stucchi e ori, si sono tenuti ben strette le poltrone.
Andatelo a dire a tutti i tecnici, professoroni, luminari, esperti che quotidianamente a migliaia si vendono al peggior offerente, nonostante o a causa delle loro lauree, titoli, cattedre, carriere, pedigree, diplomi, master, medagliette, attestati di questo e quello. E ancora una volta si vede come il sistema scolastico non insegna di certo le cose giuste e sagge, se un contadino di oltre novant’anni, che parla solo in sardo e che forse avrà fatto le elementari, diventa un gigante di giustizia e tutela del territorio.
Andatelo a dire a tutti quelli che accettano mazzette, promozioni, carriere e altro, che in decenni hanno massacrato il territorio italiano e poi vedi il mitico Ovidio che difende la bellezza della “sua” natura e dice che è di tutti.
E questa gente che si vende ogni giorno ti dirà sempre che se non lo fa lui lo farà qualcun’altro e così si avanza velocemente all’estinzione di loro e dei qualcun’altro.
La saggezza, la semplicità, il senso, la giustizia quindi non stanno nelle università, nei palazzi del potere ma nella forza di chi nega la sua complicità, come Ovidio che dice il suo calmo ma fermissimo no, appoggiato al muro della sua casa in posa non certo videogenica ma potente come una moltitudine inarrestabile.
E viste le condizioni della casa di Ovidio, le sue poche povere cose, di sicuro quei soldi gli avrebbero fatto comodo, ben più che a chi più ne intasca e più ne vuole, per aumentare l’orgia del lusso, altro che casetta umile dai muri scrostati dove abita il gigante Ovidio.
Ma forse è proprio quella semplicità volontaria che ha fatto rimanere Ovidio un uomo e non un burattino. Non le manda a dire quando afferma che “quelli ci volevano prendere per scemi” oppure che “hanno distrutto cento olivastri e ne hanno ripiantati sei o sette che sono morti tutti”.
Per lui sono molto più importanti gli olivastri che le colate di cemento che portano “crescita” e “sviluppo” e infatti Ovidio ha contro anche i compaesani perché con gli alberghi, gli hotel e il turismo cavalletta, loro ci guadagnano; e cosa sarà mai l’ambiente quindi la salute, il paesaggio, la bellezza di fronte ai soldi?
Come se la Sardegna con le sue fantastiche ricchezze avesse bisogno di cemento e cavallette per prosperare. Abbiamo dimenticato completamente chi siamo e cosa abbiamo, lo abbiamo barattato con soldi e devastazione, nella falsa convinzione che se non distruggi sei arretrato, proprio come Ovidio che rifiuta la modernità suicida e non gli servono scuole, diplomi e nemmeno parlare l’italiano corretto
per capire l’ovvio.
Chi non vuole cambiare nulla e adduce come giustificazione che “non si può fare” perché ci sono sempre problemi, che gli altri sono sempre più forti o è colpa di questo e quello, si metta un poster in camera a grandezza naturale del mitico Ovidio che gli ricordi come stanno le cose.
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