Sempre più connessi, sempre più distanti e isolati

Catherine Steiner Adair vive negli Stati Uniti ed è una psicologa clinica, consulente scolastica, scrittrice e relatrice. Ha scritto un libro tradotto e pubblicato da Macro edizioni con il titolo “Disconessi” e il cui sottotitolo è: Siamo sempre più isolati. Come proteggere i nostri figlie e le relazioni nell’era digitale.

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Catherine Steiner Adair vive negli Stati Uniti ed è una psicologa clinica, consulente scolastica, scrittrice e relatrice. Ha scritto un libro tradotto e pubblicato da Macro edizioni con il titolo “Disconessi” e il cui sottotitolo è: Siamo sempre più isolati. Come proteggere i nostri figlie e le relazioni nell’era digitale.
Il suo lavoro si concentra sui bambini e ragazzi e il loro rapporto con i dispositivi digitali, in particolare con il cellulare. La relazione che fa del problema, come evidenziato ormai da tanti testi sull’argomento, è decisamente drammatica poiché spiega, anche grazie alla sua esperienza professionale, come i dispositivi digitali non apportino alcuna reale vantaggio all’apprendimento ma abbiano solo svantaggi. Viene messo a rischio il normale sviluppo dei bambini, la loro capacità e intelligenza, direttamente e anche indirettamente perché ogni minuto, ora, giorno che i giovani passano davanti ai dispositivi non fanno qualcosa di più interessante e arricchente. Non inventano, non interagiscano, non creano, non immaginano, sostanzialmente si inaridiscono. E di questo si ha dimostrazione anche attraverso le testimonianze dei ragazzi stessi che l’autrice riporta più volte nel suo testo: i messaggi che vengono veicolati attraverso i vari dispositivi elettronici hanno un impatto devastante nei giovani, incitando alla costante competizione e vanto di sé, in una continua gara alla dimostrazione di chi è più cool. Gara che spesso si cerca di vincere comprando l’ultimo vestito alla moda, gadget o “cinafrusaglia” che sia. Tutti aspetti che non possono che creare uno stress fortissimo nei giovani e che li portano anche alla depressione o gesti estremi contro loro stessi e gli altri. La Steiner-Adair si interroga poi sul ruolo dei genitori spesso disperati nel non saper come arginare la marea tecnologica che però forniscono ai loro figli.
Infatti l’autrice nota che i figli, più che ascoltare cosa dicono i genitori, vedono cosa i genitori fanno e ha ben poco senso dire a un figlio di limitare l’uso del cellulare o dei videogiochi se poi il genitore fa esattamente lo stesso e così facendo tra l’altro dedica assai poca attenzione ai figli stessi.
E i device, così come la televisione un tempo, si rivelano il migliore ciuccio elettronico per acquietarli, anzi adesso le due cose si sommano, televisione più device, quindi per i bambini anche piccolissimi non c’è scampo. E dopo tutto ciò ci si chiede come mai i nostri figli hanno problemi…..
Così il genitore perde qualsiasi credibilità e ovviamente il figlio non farà mai quello che il genitore dice, se lui stesso è il primo a non rispettarlo. Questa situazione generalizzata non può che portare a una solitudine da connessione dove tutti sono connessi ma sempre più isolati, ognuno perso nel proprio dispositivo.
Le risposte e le azioni per superare la problematica sarebbero assai semplici e fattibili ma è praticamente impossibile riuscire a spuntarla con chi ha il potere di miliardi e miliardi di dollari, quindi conseguentemente ha in mano il potere politico e mediatico e decine di migliaia di persone pagate per trovare ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, tutti i mezzi possibili e immaginabili per tenerci incollati a degli schermi e venderci qualsiasi cosa, che si tratti di merci, servizi o propaganda.
Il libro della Steiner-Adair è datato 2013, la situazione le appariva drammatica allora, figuriamoci dieci anni dopo e con i progressi alla velocità della luce che si fanno su queste tecnologie.
Viene da chiedersi come mai si assiste a tali fantastici e scintillanti progressi solo su questi aspetti mentre miliardi di persone vivono in condizioni difficili o drammatiche e si potrebbero utilizzare mezzi, soldi e competenze per migliorare davvero le condizioni di tutti e far vivere in pace e prosperità il mondo, tutelando l’ambiente.
Ma non è certo questo l’obiettivo dei moderni padroni del vapore.

https://www.ilcambiamento.it/articoli/sempre-piu-connessi-sempre-piu-distanti-e-isolati

“Come costruire progetti di vita, felicità e cambiamento per il nuovo mondo”

Nella pianura romagnola vicino a Ravenna, un gruppo di donne volitive ed energiche ispirate da Lucia, Lisa e Daniela, dopo aver frequentato il corso sugli orti autoirriganti al Parco dell’Energia Rinnovabile in Umbria, ha deciso di organizzare il corso tenuto da Paolo Ermani dell’associazione PAEA su “Come costruire progetti di vita, felicità e cambiamento per il nuovo mondo”.

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Nella pianura romagnola presso Russi, vicino a Ravenna, un gruppo di donne volitive ed energiche ispirate da Lucia, Lisa e Daniela, dopo aver frequentato il corso sugli orti autoirriganti al Parco dell’Energia Rinnovabile in Umbria, ha deciso di organizzare con il supporto anche di alcuni validi amici, il corso tenuto da Paolo Ermani dell’associazione PAEA su “Come costruire progetti di vita, felicità e cambiamento per il nuovo mondo”.
Il corso propone soluzioni a livello sociale, economico, lavorativo e organizzativo per la costruzione di progettualità individuali e collettive che tendano alla prosperità, all’autosufficienza, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della natura.
Il gruppo organizzatore è riuscito in maniera informale ma assai efficace a coinvolgere molte persone alla partecipazione ottenendo un risultato davvero notevole. Tutte persone motivate, piene di idee e di voglia di fare che hanno rinnovato il “miracolo” del “si può fare”, lasciando da parte timori, insicurezze e luoghi comuni. Nel giorno e mezzo di corso sono stati affrontati i vari temi del cambiamento a 360 gradi, con aspetti teorici e pratici quali l’economia, l’organizzazione, il tempo e le relazioni, le grandi opportunità lavorative in campo ambientale e nella riduzione degli sprechi. Inoltre è stato approfondito il tema di come pianificare la propria autosufficienza alimentare ed energetica.
Nel contempo si sono esaminate le possibilità di riabitare l’Italia e i suoi tanti luoghi bellissimi e di grande ricchezza prendendo esempio da realtà nel nostro paese e in Europa di centri per le energie rinnovabili e di tecnologie alternative, progetti di eco-vicinato, cohousing, ecovillaggi, comunità intenzionali, recupero di borghi abbandonati, progetti collettivi informali, con esempi anche di realtà che hanno 40 o 50 anni di attività e che dimostrano come sia possibile il cambiamento duraturo e stabile.
Come obiettivo finale si è organizzato un lavoro in due gruppi rinnovando la magia che vede possibile (anche fra persone che non si conoscono ma con linee guida efficaci e le realtà già esistenti prese come ispirazione) improntare un progetto reale di cambiamento pronto per essere messo in pratica.
In fondo non è difficile; basta un cambio di prospettiva e di mentalità, ridare fiducia alle persone, fare riscoprire i loro talenti spesso nascosti o sottovalutati, la loro esperienza che non è solo quella dei curriculum ma delle tante capacità e ricchezze che ci sono in ognuno di noi. Il tutto all’interno di quella intelligenza collettiva e supporto reciproco che risultano essenziali. Aspetti che abbiamo dimenticato in
un mondo dove l’io trionfa sul noi e che quindi decreta la sua inevitabile povertà, solitudine e aridità della creatività che invece abbiamo in abbondanza.
Per realizzare questi obiettivi l’Italia ha grandissime potenzialità e ricchezze. Abbiamo le competenze, le capacità, la tecnologia, le risorse, non ci manca nulla per fare diventare il nostro paese un giardino fiorito. Bisogna solo agire e farlo subito.
Chiunque fosse interessato a organizzare un corso simile nella sua realtà può scrivere a info@paea.it

https://www.ilcambiamento.it/articoli/come-costruire-progetti-di-vita-felicita-e-cambiamento-per-il-nuovo-mondo