Come gli esperti di “marchetting” del cambiamento riescono a ingannare il prossimo

Siamo abituati a essere merce nelle mani degli esperti di “marchetting” che riescono a venderci qualsiasi cosa usando ogni mezzo persuasivo, conoscendo tutti i trucchi e le astuzie psicologiche per rifilarci prodotti. Dietro a questi esperti ci sono eserciti di persone che forniscono loro dati per ingannare meglio il prossimo e con queste forze soverchianti in campo finiscono per vincere sempre loro.

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Così continuiamo a comprare valanghe di merci assurde, superflue, spesso dannose per noi e l’ambiente

A tali personaggi, che fanno questo “lavoro”, si unisce una specie relativamente recente di esperti nell’inganno altrui e cioè quelli che in qualche modo hanno lavorato (e spesso ci lavorano ancora) nel sistema della comunicazione/vendita ma a un certo punto, perché hanno avuto un qualche risveglio di coscienza, o perché hanno capito che è un sistema suicida o semplicemente perché il loro ego non era abbastanza nutrito in quegli ambiti, hanno deciso di proporre “il cambiamento”.

Ecco quindi un esplodere, un fiorire di mille “cambiare vita”, “cambiare lavoro”, percorsi di felicità, mollare questo, mollare quello. Il che sarebbe da considerare positivamente, se non fosse però proposto con gli stessi criteri del “marchetting” di sempre, cioè l’arte dell’inganno.

Si pensa infatti che basti cambiare parole d’ordine per essere diversi, mantenendo però le stesse metodologie per ingannare il prossimo che si sono imparate tanto bene quando si lavorava per il “sistema”. Questi personaggi sanno perfettamente, avendolo studiato e interiorizzato, che è il pacco (in ogni senso) che vende, non il suo contenuto.

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Ecco quindi che si trovano pseudo esperti del cambiamento

Che come curriculum non ti snocciolano certo le mille esperienze fatte in progetti reali (dove probabilmente non sarebbero capaci di condividere una caramella con nessuno e con il loro ego sopravviverebbero solo qualche ora), ma le loro carriere da “marchetting”, esperti di comunicazione, che siano stati in televisione, nei media in genere, nel settore vendite o simili.

Nonostante la loro poca o nulla esperienza sul campo, hanno intuito il grande smarrimento, le difficoltà psicologiche oggettive di molte persone nello stare dentro una società lavorativa impazzita e che non ha alcun senso. Quindi a loro basta essere un po’ smaliziati, scopiazzare qui e lì, leggersi qualche libro in tema, infiocchettare bene il tutto e ciò è sufficiente per avere un ascendente sulle persone facendo pure credere che si diano soluzioni.

In fondo, di fronte alla situazione attuale di sfacelo, ci vuole poco a imbastire qualche consiglio e supporto che dia la parvenza di cosa seria. Questi personaggi utilizzano normalmente metodi che risultano ridicoli, infantili ma soprattutto falsi; sanno bene che funzionano, esattamente come la pubblicità, che nella stragrande maggioranza dei casi è ridicola, falsa e tratta le persone come idiote.

Proprio per questo funziona

Qualche esempio di strategia di “marchetting del cambiamento”: anche se non ti conoscono affatto, ti mandano i loro messaggi rivolgendosi a te con il tuo nome, come a dire: non ti conosco ma siamo già amici. Che poi è la stessa logica amichevole usata in genere nella moderna vendita.
I messaggi hanno titoli accattivanti, il massimo sono quelli con doppi sensi sessuali; si sa che in rete tutto quello che ammicca al sesso fa fare soldi e l’esperto di “marchetting” non se lo lascia certo sfuggire. Oppure ti scrivono che ti regalano qualcosa; ovviamente non ti regalano nulla e infatti dietro al pseudo regalo c’è sempre qualcosa che ti devi comprare.

Poi fanno finta di aprirsi con te, ti scrivono dei loro sogni, delle loro esperienze passate, di loro fatti personali (falsi o veri che siano, non importa), una specie di pornografia dell’animo che anche in questo caso è sempre a scopo di lucro. Questa strategia pornografica dell’esibire se stessi è la stessa dei social e, se funziona lì, va assolutamente copiata.

Quindi ti raccontano la loro storia, i loro errori, le loro debolezze, tutto sempre in ossequio al “marchetting” che obbedisce a due regole: la gente trova irresistibile farsi gli affari degli altri e parlando di sé ti dimostrano che loro sono come te, hanno avuto le tue stesse difficoltà, quindi puoi avere fiducia in loro.

Ecco come lavorano gli esperti di “marchetting”

Ovviamente fra una frase e l’altra ti dicono di comprarti il loro libro, di comprare il loro video corso, di iscriverti alla loro newsletter o al loro corso dal vivo e citano frasi di persone aiutate da loro che li ringraziano e simili. Il tutto in un diluvio di cuoricini, di emoticon ammiccanti e strategie mielose come se si stessero rivolgendo ad adolescenti dai cuori infranti.

Una modalità questa che è l’unica che l’esperto di “marchetting” può mettere in campo; del resto non avrebbe altri mezzi per interessare il prossimo non avendo né esperienza reale, né reale autenticità in quello che sta esponendo.

Così gente che ha utilizzato il cambiamento come una formuletta di nuovo “marchetting”, che non sa nemmeno lontanamente cosa significhi cambiare e mai lo farebbe seriamente su se stesso, trova il modo per farci tanti bei soldini. Non propone nessuna qualità, ha solo messo a frutto l’arte dell’inganno che usava prima e che usa ora per sfruttare la nicchia in crescita di tante persone che vogliono cambiare.


Ho sempre pensato che il modo migliore per comunicare qualcosa agli altri fosse l’autenticità

Non credo che i grandi personaggi della storia, che sono riusciti a cambiare e trasmettere il loro cambiamento muovendo milioni di persone con idee sane e non per vendere un prodotto, abbiano frequentato nessun corso di formazione per ingannare il prossimo o fossero esperti di “marchetting”.
Gandhi, Martin Luther King, Mandela, Krishnamurti o personaggi del genere,
non ti muovevano perché ti inviavano un cuoricino o erano esperti di questa o quella tecnica dell’inganno; erano autentici, cioè l’opposto delle tecniche di “marchetting” che di autentico non hanno nulla visto che il solo, unico obiettivo è vendere.

Ma essere autentici senza necessariamente essere Gandhi è una gran fatica; devi ad esempio fare esperienze reali di cambiamento confrontandoti alla pari con gli altri, con tutti i rischi che questo comporta. E gli odierni esperti di “marchetting” non hanno nessuna voglia di far fatica o di mettersi in gioco, è sufficiente mettere qualche cuoricino e incassare il quattrino.

Tengo a precisare che

Non tutti gli esperti o ex esperti di “marchetting”, media e simili, sono uguali e si comportano in questo modo; ci sono anche quelli che cercano di sforzarsi per essere autentici e capiscono che forse quello che hanno imparato nell’ingannare il prossimo va messo in discussione. Se non altro per rendersi credibili a quelle persone che ai trucchetti alla Vanna Marchi del finto alternativo e dei finti cambiamenti non ci credono.

Paolo Ermani_C’è anche un altro modo